Racconto di un racconto del Cammino di
Santiago
Sono certa che se mai hai avuto la
fortuna di parlare con un tuo amico appena tornato dal Cammino di
Santiago, la prima cosa che ti ha detto è che l'ha profondamente
cambiato, che è stata un'esperienza unica, indescrivibile,
meravigliosa...e tu l'avrai sicuramente guardato come se fosse uno
Yeti ( beh, tra barba lunga, peli che probabilmente non vedevano un
rasoio da un mese, calli, calli ovunque, o peggio vesciche, magari
anche qualche traccia di morsi di cimici da letto...forse avresti
abbracciato più volentieri lo Yeti). E nonostante tu abbia
accennato o cercato di fargli capire che avevi compreso la profondità
di quell'esperienza, lui avrà sicuramente continuato a parlare,
parlare e parlare, con gli occhi luccicanti, entusiasta, ma
profondamente rilassato. Hai così cercato di capire quali sostanze
avesse assunto, perchè se l'effetto era quello, occorreva segnarsi
il numero dello spacciatore.
Ti ha raccontato di tutto, ti ha
raccontato che la mattina la sveglia suonava alle 5.30, o meglio,
alle 5, perchè era anticipata da qualche pellegrino che iniziava a
far scricchiolare tutti i sacchetti del suo zaino. E poi gli cadeva
la borraccia, e poi iniziava a giocare con la torcia, e poi si
vestiva “al buio”...e poi e poi e poi...e poi alle 5.30 suonava
la sua sveglia!
Ti ha raccontato della tragica discesa
dal letto ( soprattutto se dormiva in alto!) al buio e con i piedi
doloranti ancora in modalità “off”, del saluto al tepore del
sacco a pelo, ormai sudicio, prima di iniziare a lottare con la sua
custodia, cercando di farlo diventare piccolo piccolo.
Ti ha raccontato della sua “colazione
da campione”: banane, acqua fredda con nescafé, gallette della
peggior qualità, e magari anche uno yougurt ( 4x0,56 cent!!)
Ti ha raccontato del rito sacrale di
ogni mattina: l'investitura dei piedi. Di come tutti i pellegrini si
riempivano le mani di vaselina e con quella ricoprivano l'intero
piede...poi accuratamente mettevano le calze ( Quechua) e poi le
scarpe ( Salomon!). Di come i pellegrini più spavaldi ( solitamente
i novellini ), dicevano che la vaselina era inutile, che loro erano
abituati a camminare in montagna, e non avevano i piedi, avevano dei
calli con le dita!
...E dopo qualche giorno mentre al
mattino si ricoprivano i piedi di cerotti, cerottini e cerottoni, ti
chiedevano un poco di vaselina per quei pochi centimentri di pelle
che erano a contatto con la calza!
Ti ha raccontato di come, messo lo
zaino in spalla, usciva dall'albergue con la torcia in mano e
iniziava a girare la manovellina della dinamo, perchè ancora il sole
stava dormendo. ( almeno lui!), e della mattina in cui ha detto che
la torcia era inutile, e poi si è ritrovato con mezza gamba sporca
di fango!
Ti ha raccontato del miracolo di ogni
mattina: camminava! Anche se alla sera aveva un ginocchio fuori uso,
sei vesciche, 8 cerotti, tendinite, unghie nere, al mattino come se
nulla fosse, fresco come una rosa, CAMMINAVA! ...E aveva voglia di
camminare!
Ti ha raccontato come le prime ore
erano le più drammatiche: buio, freschino e in astinenza da
caffeina. Camminava, ma aveva sonno, provava a distrarsi, a parlare
con un compagno, ma era troppo dietro o troppo avanti... allora se la
strada era tutta dritta, di come provava a chiudere gli occhi e
camminare, appunto perchè la strada era tutta dritta. Ma sul più
bello, poco prima della fase Rem ( anzi parecchio prima) di sussulto
si svegliava, sì, perchè la posta in gioco era una caviglia ( → e
dunque ciao Santiago). E poi ti ha raccontato dell'immensa gioia nel
vedere un bar, di vedere un “buon” caffè con leche con un
croissant gigantesco!
Ti ha raccontato di quando ha capito il
panismo di D'Annunzio con la natura mentre faceva la pipì da solo in
mezzo ad un bosco, per non parlare di altro...
Ti ha raccontato dell'arrivo
all'albergue ( ovviamente chiuso) e delle lunghe file di zaini, o di
quando si è ripetutamente sentito ripetere “todo completo”, e al
paese dopo “todo completo”, e poi ancora “todo completo”,
tanto che il porce di una chiesa o un cimitero sono apparsi come una
soluzione economica, asciutta e rilassante!
Ti ha raccontato di quando giunto
finalmente il suo turno per fare la doccia, mentre sorrideva
soddisfatto della conquista, apriva l'acqua, e questa era GELIDA e
per giunta scendeva goccia a goccia! Ed ovviamente era il giorno in
cui urgeva lavarsi anche i capelli...
Ti ha raccontato del “lavaggio” dei
panni, tra virgolette perchè era benissimo consapevole che non
faceva altro che strofinare con un poco di acqua ( anche questa volta
gelida!) e di sapone la sua maglietta sudicia, ma che avrebbe puzzato
comunque, forse leggermente di meno.
Ti ha raccontato delle abbuffate serali
in compagnia quando gli capitava di trovare la cucina. Ti ha parlato
di pasta con tomate fritto, pasta al tonno, zuppe di lenticchie,
zuppe di lenticchie, pasta al tonno, pasta con tomate fritto, e
ancora pasta con tomate fritto, pasta al tonno e zuppe di
lenticchie...o proprio quando gli andava male, di sardine in aceite
di girasole con contorno di pomodori e cipolla!
Ti ha raccontato dell'intensa ed
accurata cura dei piedi: pellegrini che praticavano il punto-croce
sui loro piedi, fino a quando, per una goccia di betadine in meno,
finivano al centro de salud con una vescica dalla quale fuoriusciva
una profumata acquetta gialla!
Ti ha raccontato di quel suo amico
dilaniato dalle cincias durante la notte, con tante punture rosse che
non aveva avuto nemmeno quando a due anni avaeva fatto la varicella e
di come, quando arrivato in un albergue dicendo di avere questo
“male”, l'avessero guardato come un lebbroso.
...ma poi amorevolmente aiutato a
disinfestare tutti i suoi averi.
Ti ha raccontato di come alle 10,
stanco e dolorante raggiungeva il suo letto e già il concerto,
ahimè, era iniziato: rumori di pancia e ronf ronf sono stati la sua
ninna nanna per tutto il cammino!
Ti ha poi sicuramente raccontato dei
suoi compagni di viaggio: del venezuelano multilingue e broccolatore,
del veronese di adozione veneziana sempre sorridente, della tedesca
non troppo tedesca e della sua amica, del milanese non milanese, del
ragazzo con la trombetta e di quello con la chitarra, di quello con
la canna da pesca e l'elmetto, del romanticone di Mursia, e delle
donne over 50, 60 da stimare!!!
Ti avrà raccontato tutto ciò per
sembrare un eroe...ma sapeva benissimo che tutto quel male ai piedi,
alla schiena e ad ogni dove passava ogni giorno in secondo piano. Ti
avrà raccontato di tutti quei sorrisi, di tutte quelle gentilezze
così vere e incondizionate che ogni giorno ha ricevuto. Ti avrà
raccontato di quanto è bello parlare, cenare, conoscere persone che
arrivano veramente da tutto il mondo e con umiltà ti insegnano ed
imparano. Pur non sapendolo. Ti avrà raccontato di quanto è
emozionante dopo più di un mese di cammino arrivare all'obiettivo,
Santiago o Finistere, sorridendo, leggeri e liberi! Ti avrà
raccontato di come per la prima volta ha sentito la sua anima
respirare!
Ti ha raccontato di quanto spera di
aver lasciato qualcosa a qualcuno, quanto meno di aver dato il 3% di
quello che ha ricevuto.
Ti ha raccontato di quanto per lui
questo Cammino non è stato altro che un inizio, un piacevole inizio,
non una fine o un'esperienza ( meravigliosa), ma limitata, scollegata
dalla vita di tutti i giorni. L'inizio di vedere il mondo, le persone
in maniera diversa, l'inizio di un nuovo modo di stare con gli altri.
Ti ha sicuramente invitato a
partire...perchè vedere un amico che parte, che si mette lo zaino in
spalla è una meravigliosa soddisfazione!
Vorrei ringraziare chi ha camminato per
tanto o per poco con me lungo questo Cammino del Norte. Mi avete
insegnato tanto. In ordine di apparizione: Alberto, Francesca,
Carlos, Matteo, Natalia, Ramones, Simoné, Ana, Pierre, Natalia,
Elleonore, Toni, Eduardo, Rodrigo, Clara, Martina, Najara, Antonio,
Vanina, Mark, Stefano, Arianna, Ursula, Ciro, Enrico, Nicola, Walter,
Adriano, i 3 francesi, i 3 ciclisti, Marina, Simone.





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