mercoledì 4 dicembre 2013

UMANITA' E ANIMALITA' 


"Temo che gli animali vedano nell'uomo un essere loro uguale che ha perduto in maniera estremamente pericolosa il sano intelletto animale: vedono ciè in lui l'animale delirante, l'animale che ride, l'animale che piange, l'animale infelice" ( Friedrich Nietzesche, La gaia scienza) 



I rapporti fra uomo e animale nella loro complessità esprimono sentimenti ambigui: rifiuto e attrazione, identificazione e derisione, affetto e odio, protezione e desiderio di distruzione…

Lévy-Srauss1 afferma che l'animale oltre a essere "buono da mangiare", è anche "buono da pensare".

Il pensiero occidentale si è impegnato in maniera furiosa e persistente, senza tuttavia mai giungere a successi definitivi, a negare o rimuovere la propria componente animale, allo scopo di considerarsi un essere solo razionale.
Molti sono i poeti che hanno scritto testi, aventi come oggetto gli animali e dove spesso un sentimento profondo di empatia e di identificazione viene mirabilmente espresso.

Valgano per tutti questi versi di Pablo Neruda 2:

“Un piccolo animale,

 maiale, uccello o cane
 abbandonato,
irsuto tra penne o pelo
,

 ho udito tutta la notte,
 febbricitante, gemente.

Era una notte lunga
e a Isla Negra, il mare
scuoteva tutti i suoi tuoni, la ferramenta,

 le tonnellate di sale, i suoi vetri rotti
 contro la roccia immobile.

Il silenzio era aperto e aggressivo

 dopo ogni colpo o cataratta:

Il mio sonno si cuciva
come filando la notte ininterrotta

 e allora il piccolo essere peloso,
 orso piccino o bimbo infermo,

page4image16816
soffocava o aveva febbre,
piccolo fuoco di dolore, gemito

 contro la notte immensa dell'oceano,
 contro la torre nera del silenzio,
un animale ferito,
piccolino,
appena sussurrante
sotto il vuoto della notte,
solo.”


(Pablo Neruda, da Il mare e le campane, Passigli, 2001)

Si noti come Neruda non dia importanza alla natura dell’animale, nel primo verso, infatti, parla di “un animale”, e nel secondo emerge ancor più la genericità di questo: “ maiale, uccello o cane”. Egli, dunque, sottolinea non l’aspetto esteriore, bensì il sentimento di abbandono e sofferenza provato da questo essere indeterminato. La tempesta, il mare in burrasca ed il vento di Isla Negra e la condizione del poeta sono in empatia con l’animale. La precarietà della vita e la sofferenza affliggono allo stesso modo sia il poeta che l’animale indefinito. Neruda non utilizza una metrica precisa, si hanno quettro strofe ognuna delle quali presenta una lunghezza differente, analogamente i versi non seguono regole metriche

L’empatia è una forma di conoscenza e di comunicazione con chi è diverso e ha a che fare con una particolare modalità di "sentire l'altro". Il processo di conoscenza avviene coinvolgendo il corpo, le emozioni e la vita della "mente", lasciando sullo sfondo la razionalità. Secondo la scienza anche gli animali possiedono, accanto a rudimentali abilità cognitive, una "psiche" che fa loro vivere emozioni come il dolore, l'angoscia, lo stress e persino l'amore. L'empatia, come ogni altra forma di comunicazione, per non scomparire ha bisogno di essere costantemente esercitata. Gli artisti, che nutrono la propria creatività con il contatto con quella parte di mondo originario primordiale, tengono aperto il canale di comunicazione empatizzando con il mondo animale.

E anche un pensatore come Nietzsche, prima di cadere definitivamente nella follia, ha riservato il suo ultimo gesto di solidarietà e comprensione a un cavallo maltrattato, abbracciandolo e baciandolo.

Il testo che segue di Kikuo Takano3, poeta giapponese, testimonia in modo esemplare l'essenza umana che è presente nell'animale e viceversa:

LE MANI GIUNTE


“Quando la scimmia col suo piccolo in braccio
 corre sconvolta ma non fa in tempo
a fuggire, né trova il suo rifugio,
verso chi le punta il fucile

giunge le mani e implora

di lasciarla andare, di salvarla,

 piangendo disperata, strofinandosi
le mani con tutte le forze.
Il suo gesto nel chiedere pietà
Al cacciatore, è come quello dell'uomo.


Per quanto esperto, il cacciatore di scimmie 

Non se la sente allora di sparare.
"Su, fuggi fa presto!"Chiusi gli occhi 

scoppia a piangere - così ci racconta.

Sebbene non ricordi più il nome
del vecchio che mi ha raccontato
con amarezza quel suo lugubre lavoro

 dicendomi di non voler più affrontare,
 né in campagna né sui monti,
la tragedia del cacciatore di scimmie,

 non posso scordare le mani giunte della scimmia,
 quel tremolio di mani che ad altre somigliano.”

( Kikuo Takano, Nel cielo alto. Mondadori 2003) 


Kikuo Takano in questo testo affianca amabilmente la condizione dell’uomo e della scimmia. La scimmia giunge le mani ed implora di essere lasciata andare insieme al suo piccolo che porta in braccio, comportamento tipicamente umano, lo afferma anche l’autore stesso al v.10. Il cacciatore a tale scena si commuove, esortando la scimmia a fuggire. L’uomo probabilmente è rimasto impressionato dalla strabiliante somiglianza tra le mani dell’uomo e della scimmia, ciò ha provocato in lui una profonda riflessione, causando la tramutazione della scimmia davanti ai suoi occhi, ciò è espresso mirabilmente negli ultimi versi “ quel tremolio di mani che ad altre somigliano”...


Claude Lévi-Strauss ( Bruxelles, 28 novembre 1908-Parigi, 30 ottobre 2009) è stato un antropologo, psicologo e filosofo francese. Tra i suoi contributi alla psicologia scientifica ci è l’applicazione del metodo d’indagine strutturalista agli studi antropologici.

Pablo Neruda ( Parral, 12 luglio 1904 - Santiago, 23 settembre 1973) è stato un poeta cileno. viene considerato una delle più importanti figure della letteratura latino americana contemporanea.
Kikuo Takano ( Isola di sado, 20 novembre 1927, - 1 maggio 2006) è stato un poeta e matematico giapponese.

page5image19544