mercoledì 24 aprile 2013


La storia è fatta di piccoli gesti anonimi...




(106^ Brigata Garibaldi, i Partigiani della Garbatula)

Io cammino per un bosco di larici e ogni mio passo è storia; io penso: ti amo, Adriana, e questo è storia, ha grandi conseguenze, io agirò domani in battaglia come un uomo che ha pensato stanotte: « ti amo, Adriana ». Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano. Certo io potrei adesso invece di fantasticare come facevo da bambino, studiare mentalmente i particolari dell’attacco, la disposizione delle armi e delle squadre. Ma mi piace troppo continuare a pensare a quegli uomini, a studiarli, a fare delle scoperte su di loro. Cosa faranno «dopo», per esempio? Riconosceranno nell’Italia del dopoguerra qualcosa fatta da loro? Capiranno il sistema che si dovrà usare allora per continuare la nostra lotta, la lunga lotta sempre diversa del riscatto umano? Lupo Rosso lo capirà, io dico: chissà come farà a metterlo in pratica, lui cosi avventuroso e ingegnoso, senza più possibilità di colpi di mano ed evasioni? Dovrebbero essere tutti come Lupo Rosso. Dovremmo essere tutti come Lupo Rosso. Ci sarà invece chi continuerà col suo furore anonimo, ritornato individualista, e perciò sterile: cadrà nella delinquenza, la grande macchina dai furori perduti, dimenticherà che la storia gli ha camminato al fianco, un giorno, ha respirato attraverso i suoi denti serrati. Gli ex fascisti diranno: i partigiani! Ve lo dicevo io! Io l’ho capito subito! E non avranno capito niente, né prima, né dopo.

(  Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, 1947 ) 


mercoledì 10 aprile 2013



LA GARBATOLA 




Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur
Garbatola nel suo insieme è divisa in tre parti: Tri piantùn, Straguardia, Raganelle.
La prima, i Tri Piantùn, occupano la parte occidentale del paese estendendosi fino al Cucù, presso il Comune di Lainate.
La Straguardia ha inizio nel centro storico sino all’antica strada un tempo percorsa dal Gamba de Legn. E’ una regione storicamente “rossa”: non vi sono elezioni in cui non abbia vinto il centro-sinistra!
Il territorio restante è occupato dalle Raganelle, regione più vicina agli acerrimi nemici della popolazione garbatolese: i Cassinari. 
La Garbatòla è bagnata da due corsi d’acqua: il Bozzente ed il Canale Villoresi, quest’ultimo è di vitale importanza per gli abitanti del borgo in quanto scandisce il passaggio delle stagioni. La primavera potrà dirsi iniziata soltanto quando la prima goccia d’acqua toccherà il fondale del canale artificiale, mentre l’estate coinciderà con il primo bagno rinnovatore, ed infine verrà l’autunno quando le foglie gialle prenderanno il posto dell’acqua.
 Il dovere di scandire le ore della giornata, nonché il momento di sedersi a pranzo e a cena è attribuito all’imponente campanile della Chiesa di San Francesco. A lui spetta anche il triste incarico di annunciare la scomparsa dei cari compaesani: non appena le campane suonano a morto, giovani e anziani scendono in strada per domandarsi chi sia stato portato nell’Ade.
Immaginate lo stupore della popolazione garbatolese quando vide l’orologio del suo campanile squarciato da un lampo durante un temporale estivo. 
Come i Galli furono i nemici per eccellenza dei Romani, lo stesso accade tra Garbatolesi e Cassinari. I Garbatolesi si ritengono culturalmente superiori rispetto agli abitanti della frazione limitrofa e non stentano ad esaltare la loro opera civilizzatrice ogni qualvolta si recano in questo territorio. La ragione di questo astio è ignota ed è talmente radicata nell’indole garbatolese che per precauzione si invitano i fanciulli a disdegnare il gentil sesso e le donzelle a rifiutare la mano!
Nonostante Garbatola non sia Comune, pur essendolo stato sino agli ultimi anni del 1800, è rappresentata da una sorta di sindaco: il presidente del Circolo. Tale carica spetterà ad un garbatolese DOC, dunque un Rovellini, un Parini, un Pravettoni, un Carugo, un Castelli o Carcano, nessun Furesta potrà mai ambire a questa fascia. 
La prima domenica del mese di settembre è Festa Granda: la cittadina si colora di sandaline, festoni e colori, l’oratorio pullula di ragazzini felici ed anche la piazza per qualche giorno all’anno pare stupenda! Durante questi giorni coloro che sono emigrati nei paesi, nelle città o addirittura oltre confine, come le rondini al richiamo della primavera, tornano.
Le serate sono animate da liscio, rock ed anche canzoni popolari per ricordare i Partigiani della 106 Brigata Garibialdi.
La Festa porta con sé una misteriosa magia, un incantesimo, tanto che i più giovani ritengono che essa sia “la stagione degli amori”!

mercoledì 3 aprile 2013





Un raggio di Sole
per farle spuntare, Lentiggini
Quante? Non è dato a sapersi.
Infinite,
Stelle sul viso di una lieta giornata.